Finora, per tutte le categorie reddituali di cui sopra erano previste identiche regole di applicazione di aliquote e massimale.
Con la Legge di stabilità invece, la loro strada si divide, e se per alcuni continuano ad essere applicabili le vecchie aliquote, gli altri sono costretti ad andare incontro ai previsti aumenti.
Il recente intervento legislativo ha infatti previsto che “per l’anno 2014, per i lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, iscritti alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati, l’aliquota contributiva, di cui all’articolo 1, comma 79, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, è del 27 per cento.”
Viene pertanto momentaneamente “congelato” l’aumento previsto dalla Riforma Fornero, e a beneficiare del blocco dell’aliquota saranno solo i professionisti, in quanto ritenuti più penalizzati dall’eventuale aumento.
Non si deve infatti dimenticare che, mentre per i parasubordinati, i contributi previdenziali risultano essere a carico per i 2/3 del committente e solo per 1/3 a carico del collaboratore, nel caso dei professionisti titolari di partita iva tutti i contributi sono a carico dello stesso, e in un periodo di crisi economica come quello attuale, un aumento di tale portata inciderebbe in misura forte sui redditi netti percepiti dagli stessi.
Sebbene la nuova previsione introdotta dalla Legge di stabilità rappresenti un sicuro passo avanti, non si deve però dimenticare che per gli anni successivi sono previsti dalla Legge Fornero ulteriori aumenti, i quali dovrebbero portare l’aliquota al 30% nel 2015.
Un intervento di anno in anno, teso semplicemente a bloccare gli aumenti, non rappresenta quindi la risposta che i professionisti si aspettano: si rende infatti necessario rivedere l’intero sistema della Gestione separata .
I pensionati e gli iscritti ad altre forme di previdenza – Per questi ultimi la Riforma Fornero aveva già previsto un graduale aumento dell’aliquota, la quale sarebbe passata dal 18 per cento per l’anno 2012, al 20 per cento per l’anno 2013, per poi essere portata al 21 per cento per l’anno 2014, al 22 per cento per l’anno 2015 e al 24 per cento a decorrere dall’anno 2016.
La Legge di stabilità interviene sugli aumenti previsti, incrementandoli.
Viene infatti disposto un aumento dell’aliquota al 22 per cento per l’anno 2014 (+1% rispetto agli aumenti previsti), e al 23,5 per cento per l’anno 2015 (+1,5% rispetto agli aumenti previsti).
(Fonte: Fiscal Focus)