La preoccupazione nasce dal fato che la “Legge di Stabilità 2013” (L. 228/2012) all’art. 1, c. 114 ha posto come canale principale per il rilascio della certificazione quello telematico, anche se il cittadino ha comunque facoltà di richiedere la trasmissione del CUD in forma cartacea.
Un provvedimento, nato con l’intento di ridurre i costi della pubblica amministrazione, di cui non tutti gli interessati sono ancora a conoscenza. Si prospetta un’imminente messaggio o circolare da parte dell’INPS contenente l’indicazione per ottenere il documento.
Ad oggi nulla è dato sapere ancora in maniera ufficiale dall’INPS in merito alle modalità telematiche per effettuare la richiesta della certificazione unica dei redditi da parte del pensionato. Se a ciò aggiungiamo il fatto che in base ai dati ISTAT solo il 16,3% tra i 60-64enni ha utilizzato il canale internet; dato che scende al 3,3% per chi ha superato i 75 anni, si rischia di non poter rispettare il termine ultimo del prossimo 28 febbraio 2013.
Altra novità per i pensionati è l’assenza, da quest’anno, del modello “Obis M” che riporta gli importi mensili della pensione erogata.
Quel che già si sa è che i pensionati per ricevere il CUD dovranno dotarsi del PIN, il codice personale di identificazione composto da 16 cifre (richiedibile una sola volta). Il rilascio di tale codice avviene in due step: in un primo momento viene inviata metà codice e, dopo una prima autenticazione, la seconda metà. Ma non è finita qui. Una volta attivato il codice, il Pin deve essere successivamente trasformato da informativo a dispositivo. Anche in questo caso, se un pensionato deve attivare tutta la procedura da zero, difficilmente riuscirà a completarla entro il 28 febbraio.
(Fonte: Fiscal Focus)