Ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato il DL recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria (c.d. “manovra correttiva”), per centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014. L’impatto dovrebbe essere di 47 miliardi: 1,5 sul 2011, 5,5 nel 2012 e 20 in ciascuno dei due anni successivi. Il condizionale resta d’obbligo, perché non è escluso che possano essere apportati ulteriori ritocchi nelle prossime ore, mentre il premier Silvio Berlusconi già anticipa che sul testo verrà posta la questione di fiducia, dato che sono attesi “molti emendamenti”. Comunque, la manovra dovrebbe approdare alla Camera il 25 luglio. Come si legge nel comunicato stampa diramato da Palazzo Chigi, il DL si compone di quattro parti: contenimento dei costi della politica(indennità dei parlamentari, voli di Stato, auto blu); misure di contenimento della spesa; disposizioni in materia di entrate tributarie; misure per sostenere lo sviluppo.
Tra le misure fiscali, dovrebbe essere introdotto il contributo unificato in luogo dell’imposta di bollo e dovrebbero essere ampliate le cause d’incompatibilità per i giudizi tributari. Nel contenzioso tributario, potrebbe divenire obbligatoria una fase amministrativa “conciliativa” e potrebbe figurare un condono sulle liti pendenti. Novità in vista anche per gli studi di settore: sarebbero previste sanzioni più severe sia in caso di mancata presentazione del modello dei dati rilevanti, sia per infedele dichiarazione.
Tra le altre disposizioni, in materia di perdite d’impresa, dovrebbe figurare l’introduzione di un limite dell’80% all’imputazione della perdita in diminuzione del reddito imponibile; l’arrivo di uno sgravio fiscale per le nuove imprese formate da giovani under 35; la possibilità, per i negozi nei Comuni d’interesse turistico e nelle città d’arte, in via sperimentale, di non rispettare gli orari di apertura e chiusura. Inoltre, dopo alcune smentite e contro-smentite, dovrebbe essere rimasto il “superbollo” sulle auto di grossa cilindrata, con potenza di oltre 225 kw.
Come già anticipato, ieri il Consiglio dei Ministri ha anche approvato il Ddl delega per la riforma fiscale e assistenziale, in base al quale l’attuazione sarà modulata con uno o più DLgs., da emanareentro 3 anni dalla data di entrata in vigore della legge delega, sottoposti al vincolo dell’invarianza dei saldi economici e finanziari netti dei singoli settori istituzionali. Va subito evidenziato che, nella bozza del Ddl, la parte relativa alla codificazione, che elenca i principi in base ai quali il codice riforma il sistema fiscale, ricalca quanto contenuto già nella L. n. 80/2003 di delega al Governo per la riforma del sistema fiscale statale che poi rimase lettera morta.
Per il resto, la proposta prevede tre aliquote IRPEF (20, 30 e 40%). In particolare, sono previste l’inclusione, tra i soggetti passivi dell’imposta, degli enti non commerciali, con favore per il non profit, mentre, per quanto riguarda l’imponibile, tra le altre misure, l’identificazione, in funzione della soglia di povertà, di un livello di reddito minimo personale escluso da imposizione e la concentrazione dei regimi di favore fiscale essenzialmente su natalità, lavoro e giovani.
In relazione, invece, al regime fiscale sostitutivo per i redditi di natura finanziaria, la previsione è di introdurre, con esclusione dei titoli pubblici ed equivalenti, un’unica aliquota per le ritenute e le imposte sostitutive applicabili sui redditi da capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria non superiore al 20%, con la possibilità di applicare un’aliquota inferiore sui citati redditi derivanti da piani di risparmio a lungo termine e dalle forme di previdenza e assistenza socio-sanitaria complementare.
In materia di semplificazioni, si parla poi di revisione degli attuali regimi forfetari e degli studi di settore, nonché dell’introduzione di un concordato biennale preventivo per l’imposizione su reddito d’impresa e di lavoro autonomo.
Inoltre, la volontà è quella di giungere a un’imposta sui servizi, che dovrebbe riunire le imposte di registro, ipotecarie e catastali, di bollo, sulle concessioni governative, sui contratti di borsa, sulle assicurazioni e sugli intrattenimenti.
La riforma sull’IVA, invece, si dovrebbe articolare in una revisione graduale delle aliquote attuali, in una razionalizzazione dei sistemi speciali in funzione della particolarità dei settori interessati, anche evitando le distorsioni applicative dell’IVA di gruppo e in una semplificazione degli adempimenti formali.
Infine, il testo delega il Governo a emanare uno o più DLgs. per la graduale eliminazionedell’IRAP, con prioritaria esclusione dalla base imponibile del costo del lavoro.