L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha attivato una campagna informativa in merito agli impatti fiscali della c.d. Brexit ossia il recesso del Regno Unito dall’Unione Europea.
Qualora non si dovesse definire un accordo, già dal prossimo 30 marzo 2019 tutte le operazioni di acquisto e di vendita tra l’ltalia ed il Regno Unito non costituiranno più operazioni intraUE e quindi dovranno essere trattate come importazioni ed esportazioni, con conseguente adempimento integrale delle formalità doganali previste dalla normativa unionale vigente (Codice doganale dell’Unione).
Poiché per effettuare operazioni doganali con i Paesi extraUE è necessario registrarsi in una banca dati Europea che attribuisce un codice identificativo unico ad ogni operatore economico, denominato EORI (Economic Operator Registration and Identification), l’Agenzia delle Dogane ha provveduto a renderlo disponibile.
Sarà possibile acquisire il proprio codice a decorrere dalla data del 18 marzo, inserendo nella banca dati dell’Unione Europea alla voce “Convalidare i numeri E.O.R.I.” – il codice IT seguito dalla propria Partita Iva.
A decorrere dalla data del recesso, i viaggiatori che si spostano dall’Italia al Regno Unito, e viceversa, non potranno più godere della libera
circolazione delle merci che oggi consente loro di portare con sé beni senza alcuna limitazione di valore o formalità doganale.
Pertanto, il viaggiatore in provenienza dal territorio del Regno Unito sarà soggetto a vigilanza doganale ed al pagamento dei diritti doganali sui beni importati, beneficiando, tuttavia, del regime unionale delle franchigie doganali, a condizione che si tratti di importazioni di natura non commerciale e che il valore delle stesse merci non superi complessivamente 300,00 euro per viaggiatore; detto importo è aumentato a 430,00 euro nel caso di viaggiatori aerei e viaggiatori via mare.
Per il viaggiatore, invece, che dall’Italia rientri nel Regno Unito, quale suo luogo di residenza o domicilio, è applicabile il beneficio che consente lo sgravio o il rimborso dell’IVA gravante sui beni acquistati in Italia e destinati all’uso personale o familiare del viaggiatore stesso.
(fonte: Agenzia delle Dogane)