In questi giorni si consumano le varie scadenze più importanti per quanto riguarda il pagamento di imposte sui redditi e relativi contributi previdenziali.
Come Dottore Commercialista, nel particolare ruolo di “fiscalista”, si trova a dover affrontare numerose situazioni di clienti recalcitranti di fronte ai conteggi che fanno emergere gli importi da versare.
Certo che tra, imposte e addizionali, contributi e imposte sostitutive, saldi e acconti, il contribuente si vede i pochi o tanti guadagni di un anno dissolversi per adempiere al proprio dovere di cittadino.
Non mi soffermo, rinviando possibilmente ad un prossimo intervento, sull’aspetto di come il cliente veda il proprio Commercialista in questi momenti; non certamente come un suo consulente di fiducia, quanto piuttosto una “serpe in seno” al soldo dell’Agenzia delle Entrate e degli altri Enti previdenziali.
Non utilizzo Facebook ma vorrei condividere con i Clienti dello Studio questi miei pensieri in merito a quanto sopra.
Il pagamento delle imposte scaturisce si da norme imperative, ma soprattutto deriva dal fatto che ciascuno di noi beneficia in maniera più o meno rilevante dei vari servizi pubblici:
Questi pochi esempi mi devono servire ogni giorno per dire con fierezza “si, io pago le tasse“; sicuramente non tutte e di certo con un po’ di dispiacere perché anche io preferisco qualche soldo in più sul conto corrente.
Vorrei brevettare questo logo e stampare gli adesivi da mettere sul vetro dell’automobile, tipo “I love WWF“: “io pago le tasse!“. Peccato che esiste già un club…
E non mi importa se Tizio è furbo e non paga nulla, se quell’altro vive intestando tutto ad un prestanome o si è creato una ditta in Romania, se tanti rubano i soldi pubblici. O meglio, mi importa, ma non mi deve fornire l’alibi per non fare il mio dovere.
Il pagamento dei contributi previdenziali nasce come forma di risparmio forzoso; in pratica obbliga la persona durante la sua vita lavorativa attiva a pensare al suo domani quando non avrà più la forza per procurarsi un reddito da lavoro.
E’ molto difficile far capire al Cliente questa differenza rispetto alle imposte; si pensa sempre ai buchi di bilancio dell’Inps e si tende dunque ad assimilare questo onere con il carico fiscale.
A questo proposito consiglio la lettura di questo interessante articolo di un Collega.