Il ministero dello Sviluppo economico (Mise), con la risoluzione 72134 del 29 aprile, ha finalmente modificato la propria opinione sulla procedura da seguire per segnalare al Comune la cessazione di un esercizio di vicinato o di una media o grande struttura commerciale.
Con una risoluzione del 30 novembre 2010, successiva alla introduzione della Scia in sostituzione della Dia, il ministero aveva affermato che la Scia doveva essere utilizzata non solo per l’inizio o modifica dell’attività commerciale ma anche per segnalare la sua cessazione.
Questo parere suscitò subito stupore e critiche anche nei funzionari comunali perché imponeva un adempimento in netto contrasto con la normativa e prassi costanti.
Con la Scia (segnalazione certificata di inizio attività ) si dichiara, con autocertificazione, il possesso dei requisiti richiesti da norme speciali per svolgere una attività economica cosiddetta regolamentata, che si può iniziare o modificare a partire dal giorno stesso dell’invio all’ente competente.
Se si applica la Scia anche alla cessazione si obbliga l’impresa a inviarla il giorno stesso della cessazione oppure prima dell’evento autocertificando in questo caso un fatto non ancora avvenuto e questo contraddice la natura della autocertificazione.
Si aggiunga che la denuncia di cessazione va inviata anche al registro imprese, all’ufficio Iva e ad altri uffici ma questa volta solo entro trenta giorni successivi alla effettiva cessazione.
Con la risoluzione del 29 aprile il ministero riconosce dunque che la Scia per la cessazione è una procedura «non proporzionata» e che il commerciante «non è più tenuto a dare comunicazione preventiva» di questo evento.
È sufficiente una semplice comunicazione al Comune dopo la chiusura.
Ovviamente il nuovo orientamento è un principio che si applica a qualsiasi attività economica iniziata con la Scia e non solo a quella commerciale. Dato che si tratta di una risoluzione è possibile che qualche Comune non si adegui ad una soluzione che facilita la vita delle imprese.
Spesso i moduli per la compilazione della Scia non rispettano nei contenuti la regola europea per cui gli adempimenti amministrativi devono essere “proporzionati” agli obiettivi delle norme e alle possibilità dei cittadini.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)